LO PAN NER, LA FESTA DEL PANE NERO DELLE ALPI

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Un salto nel passato, un viaggio nel tempo, un bellissimo sogno durato solo due giorni, ma vissuto con grande intensità, questo ha significato per me il soggiorno valdostano in occasione della festa de LO PAN NER.

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Il 14 e 15 ottobre scorsi, cinquanta antichi forni comunitari sono stati riattivati in altrettante località della Val d’Aosta, appositamente per la festa del pane nero di segale, il pane tipico valdostano, che tradizionalmente viene cotto una volta all’anno. Un’occasione unica per me e per questo mio spazio dedicato alla panificazione, devo ringraziare AIFB, Associazione Italiana Food Blogger che mi ha voluto nella delegazione delle otto blogger che hanno vissuto l’evento, dislocate in vari paesini e accolte da tutta la comunità. Devo ringraziare Cinzia Donadini, del Direttivo AIFB, che si è fatta carico di tutta l'organizzazione, niente affatto semplice. Grazie a lei AIFB è diventata partner della FESTA DE LO PAN NER.

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La mia destinazione è stata Saint Pierre.

L’avventura è iniziata ad Aosta, quando al mio arrivo alla stazione sono stata accolta da un Angelo Custode! Mi permetto di definire così Ermanno Bonomi, vicesindaco del Comune di St Pierre, una persona deliziosa, gentilissima e disponibilissima. Mi ha mostrato più cose lui in due giorni, di quante ne avrei potute vedere in una normale vacanza! E lo ha fatto con grande slancio e orgoglio per la sua terra e le sue tradizioni, per i luoghi d’arte, storia e cultura, e per i paesaggi mozzafiato che solo l’alta quota può offrire.

Il pomeriggio del giorno 13 ottobre l’ho dedicato alla bella Aosta, città che conserva inalterate le tracce della sua storia, sin dal periodo della fondazione da parte degli antichi Romani.

"...la vecchia Aosta di cesaree mura

ammantellata, che nel varco alpino

èleva sopra i barbari manieri

l'Arco di Augusto..."

Giosuè Carducci, Piemonte

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La città sorge in un fondovalle centrale della Regione, dove scorre la Dora Baltea, ed è coronata da alte cime, quali la Becca di Nona, il Monte Emilius e la Pointe de Chaligne, visibili dai tanti suggestivi scorci che si aprono all’improvviso dalle vie del centro abitato.

Tracce del periodo preistorico e di una civiltà megalitica sono venute alla luce abbastanza recentemente, nel quartiere di Saint Martin de Corléans. In un periodo successivo la tribù celto-ligure dei Salassi si stanziò in quel territorio.

Ma furono i Romani a determinare una svolta importante nella storia e cultura della città e della regione, dopo aver sconfitto e sottomesso i Salassi. La valle costituiva un punto strategico per difesa e conquista, la catena alpina costituiva un naturale baluardo contro i Galli e le altre popolazioni barbariche.

Fu così fondata AUGUSTA PRAETORIA SALASSORUM, una città fortificata, su modello dell’accampamento militare romano, con Cardo e Decumano, con una possente cinta muraria e con quattro porte d’accesso. Il teatro, l’anfiteatro, le terme, il foro, le mura, le porte e l’imponente Arco di Augusto, testimoniano oggi la ricchezza e l’importanza che la città rivestì in epoca romana.

Altrettanto interessante e sorprendente è Aosta medievale. Mi ha colpito particolarmente la Collegiata di Sant’Orso, col suo meraviglioso chiostro, il campanile e il Priorato. Il chiostro è un vero gioiello, un raro esempio di arte romanica con influenze catalano-provenzali. Gli archi a tutto sesto del portico sono sorretti da colonnine con capitelli in marmo istoriato, tutti diversi, rappresentanti scene del Vecchio e Nuovo Testamento, della vita di Sant’Orso, del Vangelo, e perfino di racconti popolari di natura profana.

L’elegante Piazza Chanoux si apre maestosa tra le vie del centro, punto d’incontro e di shopping per gli abitanti della città e per i turisti. Entriamo in un negozio di artigianato locale, e scopro che Ermanno è un eccellente ceramista!

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I suoi lavori si caratterizzano per la presenza di legno e ceramica, e anche perché rivisitano la tradizione in chiave moderna. L’oggetto più rappresentativo è il cavallino di legno, oppure di ceramica con le ruote in legno, il classico giocattolo dei bambini, chiamato “tatà”.

Dopo la visita ad Aosta sono accolta, per il mio soggiorno a Saint Pierre, in un delizioso hotel a conduzione familiare. Si chiama Hotel St Pierre, ed è gestito da Fulvia e Sara, che preparano personalmente i dolci per la colazione, di tutti i tipi, buonissimi, c’è davvero l’imbarazzo della scelta!

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Il sabato 14 ci aspetta una giornata molto intensa: la visita ai forni, la preparazione e cottura dei pani, la visita al vecchio mulino ad acqua di Rossan, la passeggiata tra le vigne “Torrette”, la visita alla cantina “La Source”, un pranzo tipico al ristorante d’alta montagna “Vetan” e una puntatina all’hotel “Notre Maison” di Johnny, situato a 1800 metri di altitudine.

Dopo una golosa colazione a base di dolci preparati dalle sapienti mani di Fulvia, inizio la giornata con energia, sempre accompagnata dal mio Angelo Custode Ermanno, pronta ad assistere allo spettacolo che più mi attira, la preparazione e cottura del pane. E questo avviene in uno dei vecchi forni comunitari di Saint Pierre, sotto gli occhi vigili di Claudio e Raimondo. Tanti amici e parenti, adulti e bambini, assistono all’evento e partecipano attivamente alla preparazione dell’impasto, alla formatura e lievitazione delle pagnotte, alla cottura, e infine alla distribuzione dei pani.

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Potete immaginare quanto mi trovassi a mio agio e quanta gioia potessi provare in quella situazione! Ho impastato con loro nella grande tavola munita di bordi alti, appositamente predisposta. L’impasto collettivo è un gesto ancestrale che riporta indietro nel tempo, in un tempo antico idealizzato, fatto di gesti semplici, che sanno di buono e di famiglia. Tutto vero però, non come quegli spot pubblicitari televisivi cui siamo abituati.

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Qui tutti si conoscono, e vivono questi momenti di festa con grande intensità emotiva, condividendo anzitutto il pane, in una simbolica comunione che ha significati di orgoglio di appartenenza.

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Visitiamo un altro forno comunitario, il forno di Vetan, situato in una zona più alta. È forno e latteria, come indica l’insegna. Ci accoglie Johnny e ci spiega la funzione di questo luogo, mostrandoci tanti arnesi e strumenti antichi, legati alla preparazione del pane e del latte, ma anche alla coltivazione dei campi.

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Saliamo ancora lungo il fianco della montagna e arriviamo in una piccola frazione, dove un gruppo di volontari ha rimesso in funzione il vecchio mulino ad acqua. Me lo mostrano con grande soddisfazione, assieme alle vecchie macine in pietra e agli altri strumenti di lavoro caratteristici di un mulino.

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Intanto si è fatto tardi, sentiamo un certo languorino…saliamo ancora in alto, sempre più in alto, e troviamo il ristorante “Vetan”, la locanda di Antonella, una bella signora dagli occhi azzurri e biondi capelli tagliati cortissimi. Dalla terrazza del ristorante si gode di una vista che ti toglie il fiato e ti fa sognare. Mi siedo e ammiro le cime splendenti illuminate dal sole. Rimango letteralmente paralizzata in quella posizione, con la mente libera da qualsiasi preoccupazione e lo sguardo appagato d’infinito. La mia indole montanara è soddisfatta: ogni volta che l’orizzonte è disegnato da lontane catene montuose, la mia anima esulta, respirando gli ampi spazi naturali di cui non può godere in città. Lo sguardo può finalmente perdersi verso lunghe distanze, riposandosi nelle varie sfumature di verdi, gialli, rossi e marroni, offerte dalla vegetazione autunnale.

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Antonella ci prepara una fantastica polenta concia, specialità valdostana, ci offre dell’ottima fontina e altri formaggi e salumi tipici, e anche un buonissimo dessert. La cucina di Antonella è una cucina semplice, di casa, preparata con prodotti locali dal sapore caratteristico. Ed è questa la sua forza, apprezzata dai suoi clienti abituali e riconosciuta nelle numerose partecipazioni televisive a “La prova del cuoco”. Complimenti Antonella, il tuo sorriso e la tua gentilezza ben completano la bontà della tua cucina!

Ma non si può lasciare St Pierre senza aver visitato il suo castello dall’aspetto fiabesco!

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Attualmente il castello è chiuso al pubblico per importanti lavori di ristrutturazione. Mi sento una privilegiata quando Ermanno e l'assessore lo aprono, diciamo per un “giro di controllo”, permettendomi di visitarlo.

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È meraviglioso, spettacolare, fantastico! Vi consiglio di visitarlo appena verrà riaperto, ne vale davvero la pena.

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Il castello di Saint Pierre è uno dei più antichi e suggestivi manieri della Val d’Aosta. Se ne ha notizia per la prima volta in un documento del 1191. I primi proprietari furono i De Sancto Petro, famiglia nobile che si alternò con i Sarriod de la Tour nel governo della città di St Pierre. La dimora dei Sarriod de la Tour era anch’essa un castello meraviglioso, attualmente visitabile.

Successivamente il Castello di Saint Pierre appartenne a diverse famiglie nobili, tra cui i Savoia e gli Challant. Nel 1600 Pierre de Roncas ristrutturò il castello trasformandolo in una sontuosa dimora. Ancora alla fine del 1800 il barone Emanuele Bollati apportò evidenti trasformazioni, dando al castello l’aspetto attuale, magico e fiabesco, dovuto soprattutto alle quattro torri agli angoli del mastio.

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Il castello è arroccato su uno sperone roccioso, e domina la valle e la città di St Pierre. Ai piedi del castello si trova la chiesa parrocchiale, col suo splendido campanile romanico, risalente al XII secolo. Dal camminamento esterno del castello, che sovrasta il campanile e la chiesa, si può godere di una vista spettacolare della città di Saint Pierre e della catena montuosa che la circonda.

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Le sorprese non sono finite: non contento di ciò che mi ha già mostrato, Ermanno mi fa scoprire i luoghi dove cresce il famoso vitigno “Torrette”, una cultivar autoctona di questa zona, che gode di un microclima particolare per la presenza della roccia. I terrazzamenti sono antichi e l’uva può essere raccolta solo a mano. La passeggiata panoramica lungo un sentiero, mi permette di ammirare dall’alto i vigneti degradanti verso la valle, e dal basso le rocce spiovente che ci sovrastano. Le catene montuose sono l’immancabile splendida cornice di questo paesaggio.

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E dopo la passeggiata tra le vigne, non poteva mancare la visita alla cantina “La Source”, situata nelle immediate vicinanze del castello di Saint Pierre. Una cantina dalle moderne attrezzature per la migliore valorizzazione dei vitigni della tradizione. Vini eccellenti, prodotti, senza trascurare il minimo dettaglio, con l’aiuto dell’enologo Mario Ronco. Chardonnay, Cornalin, Gamay, petite Arvine, Syrah, e, dulcis in fundo, Torrette e Torrette Superiore.

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La serata si conclude al forno di St Pierre, per la cottura e la distribuzione degli ultimi pani, e per la cena di saluto, tutti riuniti attorno alle pizze cotte al forno a legna. Tanti sorrisi, piacevoli chiacchiere in compagnia, simpatia e convivialità. E con questa bella scena si conclude la giornata del sabato.

Si sta avvicinando la partenza. La domenica mattina la festa si sposta a piazza Chanoux ad Aosta.

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Noi blogger AIFB ci incontriamo per l’allestimento del nostro stand e per la pubblicizzazione delle ricette che molte di noi hanno preparato appositamente per l’occasione, partecipando ad un contest indetto dal comitato organizzatore, in collaborazione con la Regione Autonoma. Tutte le ricette prevedono il pane di segale come ingrediente principale della preparazione. Con l'occasione vi segnalo gli articoli pubblicati dalle mie colleghe Camilla, Elisabetta, Monica e Tiziana, dove potrete leggere anche le loro esperienze.

E in fondo alla lista ecco anche gli articoli di Antonella e Cinzia.

https://www.profumodibroccoli.com/lo-pan-ner-saint-marcel/

https://www.cookinvenice.com/ourblog/lo-pan-ner-tradition-rye-bread-making-val-daoste/

https://www.lacascatadeisapori.it/lo-pan-ner-valle-d-aosta-blog-tour-aifb/

https://vivailpanewordpresscom.wordpress.com/2017/11/08/blog-tour-lo-pan-ner-i-pani-di-segale-e-gli-amici-conosciuti-a-challand/

https://saporiinconcerto.blogspot.it/2017/11/festa-de-lo-pan-ner-introd-valle-daosta.html

http://essenzaincucina.blogspot.it/2017/11/lo-pan-ner-pane-segale-tradizionale-valdostano.html

 

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Si conclude così la nostra avventura in Val d’Aosta, appuntamento al prossimo anno con il pane nero delle Alpi!

Un ringraziamento particolare va ad Ermanno per avermi mostrato “il pane e il companatico”, ovvero la cultura, le tradizioni, la natura, i prodotti tipici, l’Architettura del territorio valdostano, in particolare i castelli di Saint Pierre e Sarriod de la Tour. Sono stata accolta con affetto ed entusiasmo da persone simpatiche e cordiali, mi sono sentita dal primo momento parte di un “tutto”. Conservo gelosamente il ricordo di sapori, colori e profumi della Val d’Aosta, ma soprattutto di persone generose, accoglienti e fiere.

Commenti   

# Cinzia 2017-11-16 19:04
Bellissimo racconto cara Maria Teresa, ti ringrazio personalmente del contributi e anche a nome di tutta l'associazione!
E nella mia prossima vacanza in Valle d'Aosta non dimenticherò di visitare il meraviglioso castello di Saint Pierre :-)
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# Maria Teresa 2018-01-31 16:53
Grazie a te e AIFB per la bella opportunità, porterò nel cuore questa esperienza indimenticabile
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# Gabriella 2017-11-16 19:09
Ho letto tutto d'un fiato, bella esperienza veramente . Un territorio che non conosco, spero di visitarlo quanto prima.
Ma ancora di più.. assaggiare un pezzetto dei tuoi pani meravigliosi. Ciao a presto
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# Maria Teresa 2018-01-31 16:54
Spero di farteli assaggiare prima o poi cara Gabriella!
Bacioni
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# Tiziana 2017-11-16 20:45
Ciao Maria Teresa,
che incredibile esperienza e che bello averla vissuta insieme. Non la dimenticherò! Grazie per il tuo contributo e a prestissimo.
Un abbraccio,
Tiziana
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# Maria Teresa 2018-01-31 16:55
Anche per me è stato bello rivederti, assieme alla tua meravigliosa famiglia
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