CAROSELLI MOLISANI

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Oggi è la festa della mamma, dedico questo articolo alla mia mamma che non c'è più, ed ho scelto per l'occasione una preparazione che le piaceva molto e che mi ha tramandato, e che a sua volta le è stata tramandata dalla sua mamma.

Dedico questo articolo anche alle mie due nonne, di cui porto un tenero ricordo, e mi piace molto abbandonarmi all’onda emotiva dei sentimenti e delle nostralgie, ripensando a quei momenti felici e spensierati.

Mi piace ripercorrere i loro antichi gesti rivivendo la ritualità delle feste.

Mi reca grande gioia e soddisfazione poter ricordare le mamme e le nonne attraverso ricette e preparazioni che significano "prendersi cura" di qualcuno, dei figli e dei nipoti, e trasmettere amore.

Sono particolarmente legata ai caroselli, speciali brioches decorate con le uova, ricetta tradizionale regionale che in Molise si prepara in particolar modo nel periodo pasquale, ma in genere in primavera, quando la produzione di uova è abbondante.

La ricetta delle mie nonne mi porta inevitabilmente indietro nel tempo, quando ero bambina e attendevo la Pasqua con ansia, insieme ai cuginetti, perché le nonne non ci regalavano le uova di cioccolato, ma i caroselli.

Utilizzavano ovviamente solo lievito madre, come per il pane, e, prima di procedere alla preparazione dei caroselli e degli altri lievitati, avevano cura di rinfrescare spesso il lievito.

In paese succedeva spesso che se lo scambiassero con i vicini di casa, non c’era il pericolo di rimanerne senza. Il senso della comunità si poteva riconoscere anche in questi piccoli gesti.

La mia mamma e le mie nonne lavoravano dalla settimana precedente alla Pasqua per impastare i caroselli e cuocerli nel forno a legna, ne facevano una gran quantità per regalarli anche ad amici e parenti.

Ma a noi nipoti erano riservati quelli speciali, personalizzati: ricordo che le nonne avevano speciali forme di giunchi intrecciati che venivano ricoperte di pasta e decorate con le uova, di cui fungevano da sostegno.

Somigliavano a cestini di uova, erano bellissimi. Dispiaceva mangiarli!

Un'ultima curiosità: nel dialetto del mio piccolo paese, Jelsi, che si trova nel Molise, la parola "carosello" vuol dire "salvadanaio di coccio", che veniva regalato ai bambini anche per insegnare loro il concetto di risparmio.

E' una coincidenza che indica a mio parere una sovrapposizione di significati. Ma lascio questa indagine agli esperti!

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Prefermento

100 gr di lievito madre al 50% di idratazione

160 gr di acqua

120 gr di farina 280w

un cucchiaino di miele di agrumi (io ho usato uno sciroppo di zucchero aromatizzato agli agrumi)

 

Sciogliere il lievito nell’acqua, ossigenando bene con una frusta, versare la farina setacciata e mescolare.

Lasciar maturare il prefermento per 6-8 ore a temperatura ambiente (18°-20°), fino a ottenere una leggera depressione centrale.

 

Impasto

prefermento

1 kg di farina di forza 300w

250 gr zucchero

150 gr di uova intere

120 gr di tuorlo

300 gr di acqua

120 gr burro morbido

1 cucchiaio di miele di agrumi

10 gr sale

mezzo cucchiaino di cannella

zeste di limone qb

uova con guscio per la decorazione, di gallina e di quaglia

 

Voglio premettere che ho sostituito acqua e zucchero con sciroppo aromatizzato agli agrumi, che ho sempre disponibile dalla lavorazione dei canditi.

Voi procedete nel modo seguente.

Nella vasca della planetaria sciogliere il prefermento nella metà dell’acqua, aggiungere il miele ed iniziare l’impasto usando la foglia rigida a K.

Iniziare dalla farina alternata con la rimanente acqua, poi versare a poco a poco le uova intere leggermente sbattute, alternandole con lo zucchero, i tuorli, gli aromi,  e solo alla fine il sale.

A un certo punto sarà necessario montare il gancio.

Attendere l’incordatura, poi inserire il burro morbido, sempre un po’ per volta.

Lavorare bene, aumentando la velocità, fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico; far girare l’impasto ancora un minuto, controllare l’incordatura (effetto velo), poi spegnere.

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Far riposare l’impasto per mezz’ora, dare qualche piega, lasciare ancora per un’ora e dare un secondo giro di pieghe. Far lievitare per circa due ore, senza arrivare al raddoppio. Questo passaggio può essere sostituito da una lievitazione a bassa temperatura per un’intera notte (frigo).

Riprendere l’impasto, attendere mezz’ora di ambientamento a temperatura ambiente, se tirato fuori dal frigo.

A questo punto lavorare i caroselli con fantasia: formare delle strisce di pasta e avvolgervi un uovo, oppure formare delle trecce, creare una corona e inserirvi l’uovo al centro e gli ovetti di quaglia nella corona.

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le foto mostrano solo alcuni esempi di cosa si può realizzare. L’importante che il protagonista sia l’uovo.

Far lievitare ancora per circa un’ora e mezza, bagnare con uovo sbattuto, cuocere in forno statico a 180° per 25-30 minuti.

Questo articolo partecipa alla raccolta PANISSIMO delle amiche Barbara e Sandra, per il mese di maggio ospite del blog "Sono io, Sandra"

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Commenti   

# Michela Menta e Rosmarino 2014-05-11 20:51
Prendersi cura di qualcuno: esiste qualcosa di più bello? Dopotutto, anche cucinare significa prendersi cura di...
E tu lo sai, che cucinare è un gesto antico anche per me. Panificare, soprattutto.
I tuoi caroselli sono magnifici....ch e impasto setoso...commuo ve vederlo.
Cosa avrei dato per assaggiarli :')
Vediamoci presto Maria Teresa.
Ti abbraccio forte, e grazie!
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# Maria Teresa 2014-05-13 15:53
Ti aspetto a braccia aperte cara Michela!
Pronta ad improvvisare un nuovo impasto insieme a te!
Baci
Maria Teresa
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# Lello 2014-05-11 21:12
Quanti ricordi cara Mariateresa, il fatto di essere entrambi nipoti della grande nonna Antonietta, ci ha dato la possibilità di assaporare queste squisitezze che, come tu ben descrivi, non erano solo e semplici dolci, ma portavano con se miriadi di significati che oggi, purtroppo, si sono persi.
Le uova di cioccolata, all'epoca, erano merce rara al contrario dei caroselli che, peraltro, prendevano le forme a seconda del destinatario!
Per me, nipote maschio, era riservato sempre il canestrino e, come accennavo anche nel post su facebook, bisognava stare attenti a non mangiare, insieme con la pasta, anche il giunco che ne garantiva la rigidità della forma.
Non nego che più volte, mio malgrado, ho degludito pasta e fibre di giunco insieme e, a quanto pare, sono anche ben sopravvissuto!
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# Lello 2014-05-11 21:13
Voglio anche aggiungtere che ricordo tua madre, la zia Nicolina, e la nonna Antonietta che "spaliavano" ovvero mettevano in mostra le loro opere sulla credenza e non lesinavano nel donarle anche ai ragazzi delle famiglie amiche.
Era una festa, di cose semplici, era un tripudio di sapori ed odori misti al piacere della buona amicizia, del buon vicinato e del saper vivere.
Grazie ancora a te Mariateresa per avermi riportato alla mente le cose belle della nostra infanzia, ma grazie anche per la tua disponibilità nel mettere in comune e far conoscere le nostre belle tradizioni Molisane di una volta.
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# Maria Teresa 2014-05-13 16:01
Ciao Lello, anzitutto ti ringrazio per essere passato di qui, nonostante il tuo poco tempo.
Per me è stato un vero piacere lavorare a questo articolo, lo desideravo da tempo, finalmente ho impastato e scritto.
I ricordi sono sempre più vividi e insistenti (sarà l'età? :D ), e prepotente il desiderio di assecondarli facendo qualcosa di antico...
C'è ragione di far conoscere le tradizioni culinarie, oltre che il resto, fanno parte della nostra vita e delle nostre radici.
Grazie di tutto e spero che la prossima volta possiate assaggiare i caroselli a casa mia!
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# Filomena 2014-05-12 08:15
Leggere i tuoi articoli commuove sempre, si evince il tuo amore per il tuoi cari che trasmetti nel preparare sempre piu' meraviglie culinarie!!!! Complimenti di cuore e a presto
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# Maria Teresa 2014-05-13 16:03
Filomena sei sempre così cara!
Questo amore ci accomuna, abbiamo ormai condiviso tante esperienze, pur conoscendoci da poco, e te ne ringrazio!
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# pierino 2014-05-17 15:05
belle ricette, proverò a farne qualcuna...
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# Alessandra 2015-03-28 13:42
I tuoi articoli sono una fonte inesauribile di emozioni, ricordi e sensazioni indescrivibili. Traspare la persona dall'animo splendito che sei , cosi come le tue creazioni straordinarie come sei tu.
Un abbraccio fortissimo . ( Presto ti ritroverai con una " copiona " come amica, perche' ho intenzione in questi giorni di provare parecchie tue ricette. smuakk )
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# Maria Teresa 2015-04-01 23:28
Grazie cara Alessandra, sono felice ed onorata di avere un'amica come te
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# Maria Teresa 2015-04-01 23:29
e anche ansiosa di vedere le tue delizie!
Buona Pasqua a te e famiglia, serenità e gioia
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# Daniela 2015-03-30 23:32
Che belli! Questi non li ho mai visti, sono deliziosi.
Come te, rivivo i gesti di mamma e nonne nel fare soprattutto i dolci e i piatti della nostra tradizione.
C'è quasi una sacralità nel ripetere e tramandare gesti antichi. Spero tanto che mia figlia prenda il testimone...
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# Maria Teresa 2015-04-01 23:31
Ma certo, sono sicura che lo farà, dipende da noi in fondo, dall'esempio che gli diamo.
Grazie per la tua visita, buona Pasqua!
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