Quante volte ci accorgiamo di avere in frigo una quantità esagerata di lievito e ci dispiace che finisca nella pattumiera? Noi sourdough addicted, perennemente affetti da raptus da impastamento compulsivo, conosciamo bene questa situazione! Scherzi a parte, ricorriamo a ricette salva-lievito, come quella che vi propongo oggi, i taralli al finocchio. Naturalmente è possibile preparare questa ricetta anche con semplice lievito di birra, come indico più sotto.
In Molise questi simpatici taralli intrecciati sono molto comuni, in particolare nella città di Venafro, tant’è vero che vengono denominati taralli venafrani (ma la ricetta è leggermente diversa). Sono davvero stuzzicanti, gustosi e profumati, un rapido rimedio spezza fame di metà mattina. Nulla di meglio per le prossime scampagnate primaverili, e le gite fuori porta del 25 aprile e 1 maggio.
Il vantaggio principale di questi taralli è che si mantengono fragranti per tanto tempo, essendo secchi. Bisogna avere l’accortezza di farli asciugare bene in forno, poi, una volta raffreddati, si possono conservare in una scatola di latta di vetro o di ceramica, o semplicemente lontano dall’umidità.
In questo blog ci sono già due ricette simili a questa, che vi consiglio di consultare per un confronto:
TARALLI SEMINTEGRALI CON SEGALE E SEMI DI FINOCCHIO
TARALLI DI SEMOLA “AGLIO OLIO E PEPERONCINO”
Inoltre vi potrebbero far comodo anche le ricette raccolte nella categoria CUCINA DEL RICICLO, dove potete trovare altre idee per utilizzare avanzi di lievito o altro.
Ora passiamo a questa ricetta, anche con la versione con lievito di birra, per chi non possiede il lievito madre.
Impasto:
300 gr di lievito madre
1 kg di farina di grano tenero tipo 2
300 gr di vino bianco
100 gr di acqua (più 50 g all’occorrenza)
90 gr di burro (oppure 60 gr di olio)
80 gr di olio extravergine di oliva
35 gr di semi di finocchio
20 gr di sale
Per chi non ha il lievito madre: sciogliete 5 g di lievito di birra in 100 g di acqua, poi impastateli con 180 g di farina. Attendete il raddoppio per usare al posto del lievito madre nell’impasto dei taralli.
Procedete come di consueto ad un impasto non troppo lavorato, come già spiegato nei miei precedenti articoli.
Lasciate raddoppiare l’impasto a temperatura ambiente, poi procedete alla formatura dei taralli, uno alla volta. Tagliate un pezzo di impasto di 200-220 grammi, dividetelo in due pezzi e allungateli per formare due cordoncini lunghi 45-50 cm e larghi 2 cm. Intrecciate i due cordoncini e ricongiungete le estremità. Ponete sulla teglia di cottura e coprite con un telo, per la seconda lievitazione. Ho caricato a tal proposito un video su youtube.
Dopo un paio d’ore verificate la lievitazione dei taralli, e se sarà al punto giusto (non devono raddoppiare ma solo gonfiarsi un po’) procedete alla bollitura.
Preparate una larga casseruola con abbondante acqua e portate ad ebollizione. Immergete un tarallo per volta, con delicatezza, e attendete che venga a galla per scolarlo e rimetterlo al suo posto nella teglia. Anche per questa operazione ho preparato un video su youtube.
Infornate i taralli a 210° per dieci minuti, poi abbassate a 180° per altri 20-25 minuti, fino a leggera doratura. Spegnete il forno, aprite un po’ lo sportello e mantenete i taralli in forno ancora 10-15 minuti. Trasferiteli su una gratella e fateli raffreddare completamente.
Saranno ottimi dopo un paio di giorni.